Non è infrequente, nella prassi, che l’ufficio tecnico comunale, l’ufficio patrimonio e l’ufficio servizi finanziari del Comune debbano far fronte, ognuno per quanto di competenza, a richieste di comodato d’uso gratuito di immobili comunali, magari non utilizzati, avanzate da soggetti privati (generalmente, associazioni e cooperative).
L’argomento è particolarmente delicato per le possibili conseguenze che eventuali pareri, assensi e decisioni finali possono assumere in relazione a profili di legittimità di dette concessioni e di possibili profili di danno erariale.
Analizzando la giurisprudenza contabile più recente è possibile individuare alcuni principi generali che fungono da linee guida per gestire tali istanze e che sono utili a rispondere ai due dubbi che in genere sorgono in tali situazioni:
1) è possibile la gratuità e, quindi, la rinuncia ad una possibile fonte di entrata nei già scarni bilanci comunali?
2) è necessario o meno ricorrere a forme di pubblicità e ampia partecipazione da parte dei soggetti potenzialmente interessati?
Per continuare a leggere l’approfondimento dell’Avv. Mario Petrulli, si può visitare la seguente pagina: http://www.lagazzettadeglientilocali.it/tid/5489455